«È in gamba, sai, legge Edgar Lee
Masters...»
Francesco Guccini, canzone per Piero
Tra il 1914 e il 1915 il poeta americano Edgar Lee
Masters pubblicò sul "Mirror" di St. Louis una
serie di epitaffi successivamente raccolti
nell'Antologia di Spoon River. Ogni poesia
racconta la vita di un personaggio, ci sono 19 storie che
coinvolgono un totale di 244 personaggi che coprono
praticamente tutte le categorie e i mestieri umani.
Masters si proponeva di descrivere la vita umana
raccontando le vicende di un microcosmo, il paesino di
Spoon River. In realtà si ispirò a
personaggi veramente esistiti nei paesini di Lewistown e
Petersburg, vicino a Springfield (la città dei
Simpson?) e infatti molte delle persone a cui le poesie
erano ispirate, che erano ancora vive, si sentirono
offese nel vedere le loro faccende più segrete e
private pubblicate nelle poesie di E.L.Masters.
Il bello dei personaggi di Edgar Lee Masters, infatti,
è che essendo morti non hanno più niente da
perdere e quindi possono raccontare la loro vita in
assoluta sincerità.
La storia della pubblicazione in Italia dell'Antologia
di Spoon River è abbastanza particolare da
meritare di essere raccontata. Durante il ventennio
fascista la letteratura americana era ovviamente
osteggiata dal regime, in particolare se esprimeva idee
libertarie come nel caso di Edgar Lee Masters. La prima
edizione italiana porta la data del 9 marzo 1943. Fernanda Pivano racconta «Ero una
ragazzina quando vidi per la prima volta l'Antologia
di Spoon River: me l'aveva portata Cesare Pavese, una
mattina che gli avevo chiesto che differenza c'è
tra la lettura americana e quella inglese». I primi libri
americani che Pavese portò alla Pivano, lei li
guardò «con grande sospetto». Ma con
l'Antologia di Spoon River fu un colpo di fulmine:
«l'aprii proprio alla metà, e trovai una poesia
che finiva così "mentre la baciavo con l'anima
sulle labra, l'anima d'improvviso mi fuggì".
Chissà perché questi versi mi mozzarono il
fiato: è così diffficile spiegare le
reazioni degli adolescenti» 1.
Per un'adolescente cresciuta in un'epoca dominata
dall'"epicità a tutti i costi" i versi di Masters
e la loro "scarna semplicità" furono una
rivelazione.
Quasi per conoscere meglio i personaggi, Fernanda
iniziò a tradurre in italiano le poesie,
naturalmente senza dirlo a Pavese: temeva che la
prendesse in giro. Ma un giorno Pavese scoprì in
un cassetto il manoscritto e convinse Einaudi a
pubblicarlo. Incredibilmente riuscì a evitare la
censura del ministero della cultura popolare cambiando il
titolo in «Antologia di S.River» e spacciandolo per una
raccolta di pensieri di un quanto mai improbabile San
River.
«Si direbbe che per Lee Masters la morte - la fine del tempo - è l'attimo decisivo che dalla selva dei simboli personali ne ha staccato uno con violenza, e l'ha saldato, inchiodato per sempre all'anima.»
Cesare Pavese
Nel 1971 Fabrizio De André pubblicò l'album
"Non al denaro, non all'amore nè al cielo",
liberamente tratto dall'Antologia di Spoon River. De
André scelse nove delle 244 poesie e le trasformò
in altrettante canzoni.
Le nove poesie scelte toccano
fondamentalmente due grandi temi: l'invidia (Un
matto, Un giudice, Un blasfemo, Un malato di cuore) e la
scienza (Un medico, Un chimico, Un ottico).
In questi due gruppi si possono scoprire delle simmetrie: il
giudice perseguitato da tutti trasforma la sua invidia in sete
di potere e si vendica, il chimico è tanto preso dalla
scienza e dalla ricerca di un ordine perfetto da essere
incapace di amare. Il malato di cuore rappresenta l'alternativa
all'invidia, pur essendo in una situazione tale da poter
invidiare tutti gli altri, riesce a vincere l'invidia grazie
all'amore invece di lasciarsi trasportare dall'egoismo. I buoni
propositi del medico vengono schiacciati dal sistema che lo
obbliga a essere disonesto, mentre l'ottico vuole trasformare
la realtà e mostrarci un'"altra" realtà
più vera, per questo può essere accostato alle
"Porte della percezione", il libro di Huxley da cui presero il
nome anche i Doors. Il titolo del libro di Huxley - peraltro -
si rifà a un verso del poeta inglese William Blake:
If the doors of perception were cleansed everything would appear to man as it is: Infinite.
2
Il suonatore Jones è l'unico in questa raccolta di
poesie a cui De André lascia il nome. Infatti, mentre
nelle poesie originali di Edgar Lee Masters ogni personaggio ha
un nome e un cognome, i titoli delle canzoni di De André
sono generici (un giudice, un medico) per
sottolineare che le storie di questi personaggi sono esempi di
comportamenti umani che si possono ritrovare in ogni epoca e in
ogni luogo. Il suonatore Jones, il personaggio con cui
l'album si chiude, invece è unico, rappresenta
l'alternativa alla vita vista come lotta per raggiungere i
propri scopi. Per tutta la sua lunga vita il suonatore Jones ha
fatto quello che più gli è piaciuto e per questo
muore senza rimpianti.
Senza dubbio il suonatore Jones era anche il personaggio al
quale De André avrebbe voluto assomigliare. Per Jones la
musica non è un mestiere, è una scelta di
libertà; anche De André soprattutto negli ultimi
anni ha cercato di svincolarsi dalla prigione della musica come
mestiere, pubblicando gli ultimi album a una distanza di sei
anni uno dall'altro e riducendo le apparizioni in pubblico.
Un aspetto fondamentale dell'Antologia di Spoon River sono i
legami tra i vari personaggi. Ognuno di questi cita molti altri
e così è possibile vedere la stessa storia da
punti di vista diversi.
Questo aspetto si perde nell'album di De André, era
inevitabile riducendo la galleria dei personaggi a solo nove
ritratti (anzi otto visto che la prima canzone, Dormono
sulla collina, è l'introduzione a tutte le altre).
Fa eccezione ancora una volta il suonatore Jones che viene
citato nella prima poesia/canzone e si ritrova nella
conclusione dell'album.
Nelle note di copertina dell'album si trova un'interessante intervista di Fernanda Pivano a Fabrizio. La stessa Pivano scrisse apposta per l'album anche una pseudo intervista a Edgar Lee Masters.
Le canzoni dell'album sono scritte da De André
insieme a Giuseppe Bentivoglio per quanto riguarda i testi e a
un giovanissimo Nicola Piovani per le musiche. È il secondo album
propriamente "a tema" (oggi diremmo concept-album) di De
André, dopo La Buona Novella. Gli arrangiamenti sono
fondamentali, alcune delle canzoni di questo album sono tra le
poche di De André che non renderebbero se accompagnate
solo dalla chitarra. In particolare Un ottico parte come
una classica ballata ma poi si apre a suggestioni psichedeliche
e a mille voci che si rincorrono.
Proprio a causa degli arrangiamenti tanto sofisticati questi
pezzi non venivano eseguiti spesso nei concerti, tant'è
vero che nei vari dischi dal vivo di Fabrizio, l'unica canzone
di questo album che viene riproposta è Un
giudice, che la Premiata Forneria Marconi riarrangiò
splendidamente negli storici concerti del 1979.
«Fabrizio ha fatto un lavoro
straordinario; lui ha praticamente riscritto queste poesie
rendendole attuali, perché quelle di Masters erano
legate ai problemi del suo tempo, cioè a molti decenni
fa. Lui le ha fatte diventare attuali e naturalmente ha
cambiato profondamente quello che era il testo originale; ma io
sono contenta dei suoi cambiamenti e mi pare che lui abbia
molto migliorato le poesie. Sono molto più belle
quelle di Fabrizio, ci tengo a sottolinearlo.
Sia Masters che Fabrizio sono due grandi poeti, tutti e due
pacifisti, tutti e due anarchici libertari, tutti e due
evocatori di quelli che sono stati i nostri sogni. Poi Fabrizio
sarà sempre attuale, è un poeta di una tale
levatura che scavalca i secoli.»
(Fernanda Pivano) 3
"Ha dei rimpianti?"
"No. Ho sempre impostato la mia vita in modo da morire con
trecentomila rimorsi e nemmeno un rimpianto."
(Fabrizio De André, nel 1967) 4
«Ma non pensi che sar� un 33 giri con una eccessiva dose di pessimismo?»
«No. Io credo sempre nell'uomo e nelle sue risorse. Infatti ci sar� un personaggio, Jones il suonatore, che farà da contrappe�so agli altri; sarà lui a indicare la vera via alla felicit�. Vive in campagna, lontano da tutto e da tutti, assaporando la meravigliosa musicalità che si esprime dalla natura. La morale del "mio" Spoon River è quindi "contentarsi di poco per vivere felici". Proprio come dice Jones il suonatore...»
(Fabrizio De André in un intervista dell'ottobre 1971 )5
«[Il suonatore Jones] è l'unico personaggio che viene chiamato per nome, è
l'unico che
afferma di aver vissuto una vita lunga e serena, senza nemmeno un
rimpianto. Il musicista mostra di saper vedere meglio dell'ottico i
messaggi reconditi della realtà; di saper guarire, più
del medico, gli
animi di chi lo ascolta regalando un sorriso; sa trovare, a differenza
del matto, un proprio efficace linguaggio per esprimersi; gusta appieno
la vita, come il malato di cuore non ha potuto fare e, cosa più
importante, sceglie la libertà o, meglio, sceglie di vederla
anche
quando non è scritta. E con la vita può essere spezzato
anche quello
che di materiale lo ha accompagnato: il suo strumento (il violino in
Masters, il flauto in De André), perché comunque il suo
segno resterà.»
(Matteo Borsani - Luca Maciacchini, Anima salva, p. 81)
In queste pagine ho raccolto le poesie originali a cui De André si è ispirato, la traduzione in italiano di Fernanda Pivano e le canzoni di De André
Nelle note di copertina del disco erano riportate due interviste: una vera di Fernanda Pivano a De André ed una pseudo intervista scritta sempre da Fernanda Pivano che immagina di intervistare Edgar Lee Masters
Si dice che la Pivano sia riuscita a intervistare Fabrizio, che non sopportava le interviste, solo nascondendo un registratore sotto il letto durante una lunga conversazione
In questa pseudo intervista la Pivano ricostruisce brevemente la biografia del poeta americano.
foto di William Willinghton
Spoon River Anthology - definitive online edition |
Un nuovo sito dedicato all'Antologia di Spoon River con riferimenti incrociati e la possibilità di commentare ciascuna poesia |
The Spoon River Anthology |
Tutta l'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters si può leggere on line (l'originale inglese) |
L'Antologia di Spoon River |
In italiano! (Purtroppo per le solite restrizioni di copyright questo sito non può più pubblicare il testo completo) |
Edgar Lee Masters |
Una pagina dedicata al grande poeta americano |
Fernanda Pivano |
Il sito ufficiale |
1 Fernanda
Pivano, nella prefazione alla seconda edizione dell'Antologia
di Spoon River edita da Einaudi nel 1971.^
2 «Se le porte della percezione fossero ripulite, tutto apparirebbe all'uomo come realmente è: Infinito»
William Blake, The Marriage of Heaven and Hell ^
3 intervista a Fernanda Pivano
tratta dal libro "Vita di Fabrizio De André - Non per un
dio ma nemmeno per gioco" di Luigi Viva edito da Feltrinelli.^
4 Fabrizio De André in
La mosca bianca della piccola musica, Rossana, 11
dicembre 1967. Citato in "Vita di Fabrizio De André"
(vedi sopra).^
5 Servizio di Ruggero Bossi per "Bolero Teletutto" - 31 ottobre 1971 (leggi l'intervista completa dal sito viadelcampo.com). ^
Il disco "Non al denaro non all'amore né al cielo"
è uscito per la casa discografica Ricordi nel 1971.
Lorenzo Masetti
[email protected]