Dopo due giorni intensi - quattro conferenze mangiando un panino o
poco più, camminando in continuo dentro la Fortezza - la
mattinata del sabato è presa un po' più con
calma.
"Ma c'è Gino Strada alla Leopolda!!!"
"Lo so, l'ho già sentito ieri sera al Palacongressi, e
poi staserà sarà ben lunga!".
Però mica si può mancare alla conferenzona
"preparativa" alla Leopolda. E via alla ex stazione
ferroviaria.
"Buongiorno ragazzi. Il pass?"
Ma come, è tre giorni che "vivo" qui dentro e ancora
vogliono il pass?!? Però - chiaramente senza nessuna
protesta, ma anzi col sorriso sulle labbra - presento il pass
all'entrata.
O meglio, inizio a litigare con la cerniera della tasca del
piumino che non si vuole aprire e col laccio col quale tengo il
pass al collo che si impiglia ovunque e mostro il pass. O
meglio, "l'usciere" aveva già capito che io avevo il
pass e mi dice già "ok entra" ma per non darla vinta a
un piumino finisco la lotta ed esibisco trionfante il pass. Si
entra, sipresentano i documenti per avere i traduttori e
sconsolata una ragazza risponde "non ne abbiamo
più".
Bene, non si capisce nulla. Meno male che la Provvidenza entra
anche in quella "sala" stracolma e gli stranieri parlano in un
inglese ed in uno spagnolo più italiano di dialetto del
nostro Bel Paese. Chiaramente tutte le sedie sono occupate e ci
mettiamo in terra. Rapido sguardo nella sala: "la sorella
è lì, gli amici di là, molti già
visti altri giorni... bene anche oggi a casa!". Mille applausi e
mille emozioni dopo finisce la conferenza, durante la quale si
capisce di nuovo l'assurdità della guerra, in special
modo del commercio delle armi, e si cerca di organizzarsi per
la serata.
"Con chi si va? Da dove si parte? A che ora?" Dato l'immenso
numero di organizzazioni amiche, ognuno ha la sua idea. Ma alla
fine vince la Sinistra Giovanile. "Bene, cerchiamo di mangiare
qualcosa di ben nutriente perché la serata è
lunga".
All'entrata, che a questo punto è per noi l'uscita,
danno da mangiare del farro con pomodori. Ora, l'idea di Enrico
di prendere cibi sani, equi e solidali è ben più
che nobile ma io - ed i miei compari - siamo sicuri che anche
alcuni salsicci lo siano e andiamo in cerca di varie mense
universitarie aperte, perché la leggenda vuole che
intorno alla Leopolda ce ne siano a migliaia. Peccato
però che siano tutte chiuse in contemporanea. Poco male,
mensa del DLF. Sorpresa è piena di "noglobbi", che
saranno anche terroristi ma dopo essersi riempiti lo
stomaco.
Due universitari sommati a due liceali danno luogo a tre pasti
per contenere i prezzi. Mangiando il secondo, una
carne identificabile al 60%, succede il patatrac: litri e litri
di olio mi finiscono sui pantaloni ovviamente chiari. "Dai! Non
sai neanche mangiare!" "Io, eh? È lei che m'ha buttato tutto
l'olio addosso!" . Insomma, mi ritrovo unto e bisunto e non per
colpa mia. Poco male, non è certo questo che fa cambiare
umore.
Verso l'una e mezzo, col corteone che dovrebbe partire alle
tre, mi telefona Beppe, al secolo David. "Dove siete? Qui si
parte!" Vabbè, rimandiamo la pennichella del dopo
pranzo, il resto - dessert, caffè e digestivo - non
è mancato, e ci incamminiamo verso la Fortezza, lato
vasca.
Però c'è una cosa che stona: c'è troppa
gente alla Fortezza. Dove cavolo sarà andato Beppe, con
chi sarà partito? Bisogna cercare gli studenti, che
dovrebbero essere tutti uniti. Fortunatamente però Beppe
è alto e svetta nella folla cosicché lo
identifichiamo presto. "Accidenti a te, ci hai fatto venire a
corsa per nulla!" "Ragazzi, bluffavo per farvi sbrigare..." La
fanculizzazione se richiesta non può essere rifiutata,
come suggerisce Monsignor della Casa, e noi non contravveniamo
certo alle regole del bon-ton.
Con calma, e ancora nessuno sa spiegarne il motivo, si parte
noi da soli senza gli studenti. Cammina cammina, ci rendiamo
conto che a continuare così si rimarrebbe soli tutta la
sera e ci si ferma al semaforo all'angolo fra il Viale Spartaco
Lavagnini e via Santa Caterina d'Alessandria (la mia mente ha
prodotto questo nome e mi fa una grossa fatica andare a
controllarlo.) anche perché Beppe vuol cercare di vendere
le sue bellissime magliette con su stampato l'Articolo 11 della
Costituzione della Repubblica Italiana (dovreste saperlo
- ignoranti e ciuchi - ma è quello in cui viene detto che
l'Italia ripudia la guerra) o la scritta "contro tutte le
guerre".
Mi telefona Teo "'Ndo sei?" "All'angolo fra il Viale
Spartaco Lavagnini e via Santa Caterina d'Alessandria" "Sie!
troppo in là! Ci si vede stasera."
Chiaramente l'attesa non è breve, perché non
sarebbe bello e Beppe non farebbe affari. Qualche giovane
pulzella è inseguita da un folle con delle magliette,
altri distinti signori lo inseguono perché "giovanotto,
me ne da una pe' i' mmi nipote?" e tra risa e scherzi il tempo
passa lieto.
Ah! Considerate anche che il tutto scorre felicemente anche
perché ho fatto dei grandi affari con Beppe. Una
maglietta gliel'ho presa anch'io il giorno prima pagandola non
so quanti Euro. Lì per lì sono utile al mercante
per avere le monetine per i resti (colpa mia se ha scelto lo
scomodo prezzo di 4 euro?!?) e quindi gliene dono un po' in
cambio di fogli da 5. Se mi va male ho guadagnato quelle 2 Euro
che mi aveva promesso per il latte. Che c'entra? In effetti
è un'altra storia, però è anche quella
divertente e sarebbe da raccontare. Magari domani.
Il tempo ignaro continua a passare e la Sinistra Giovanile, emula d'Ulisse, chissà che giro sta facendo per fare 500 metri di viale. Risuona il telefono. Tò, Teo. "'Sei sempre 'ndo eri prima?" "sì" "Anch'io!" e tempo due minuti m'appare lui e una ragazza con la faccia colorata col simbolo della pace da quelli di Lilliput. La rete di Lilliput, non i nani amici di Gulliver! "Lei è Susana" ciao ciao, baci e abbracci e non sembra che lei sia venezuelana ma massimo di Tavarnelle.
Prima che arrivi la Sinistra Giovanile, fa in tempo a
comparire anche il Terrone di Tiggiano (Ciao Alessandro!) e chi
più ne ha più ne metta. Ad un tratto, s'ode in
lontananza musica amica. "E' la Sinistra Giovanile!" "Sicuro?"
"Certo, hanno tre canzoni!" E finalmente si riparte, dopo un
paio d'ore. La Sinistra Giovanile è la parte più
attiva del corteo. in realtà non lo so, però mi
pareva abbastanza attiva... E poi ho visto solo
quella...Vabbè, la Sinistra Giovanile è una tra
le parti più attive della manifestazione e ci si diverte
molto a ballettare sotto a quel Daily trasformato
in concerto-mobile. E qui si tranquillizza il tutto, cioè
non ci sono cose particolari da raccontare.
Come se un milione di persone per i viali fossero cosa normale,
o le signore che salutano coi nipoti dalle finestre (ma non
hanno dei terroristi sotto casa?) fossero cosa normale. Ogni
saluto un'ovazione ed un'emozione che parte verso un cielo
terso ma non meno bello da guardare (non so come m'è
venuta fuori questa frase, però suona bene!).
Cammina cammina, Teo e la Susana si distaccano"per mangiare" e dato che non sono un inviato di novella 2000 non vado oltre. Raggiungo di nuovo i miei compari e si decide di tagliare da piazza Beccaria perché altrimenti il concertone si sarebbe visto... ma anche no! Ah! Sto scordando di scrivere che ballettare è stato sì bello, ma anche doloroso per me! Black-bloc? Molotov? No, tranquilli. Una fortissima gomitata in stile uppercut da parte di Niccolò nel mento. gli sto così antipatico? No, siamo parecchio amici ma quando la musica chiama...
Si taglia da piazza Beccaria, campo di Marte stazione di, e si vede dal sovrapassaggio pedonale dei binari un mare di gente da ogni parte che vanno e vengono in qua e in là. Vabbè, ma quanti s'era? Che spettacolo!
Si arriva finalmente sotto lo stadio, in anticipo sul corteo
ma in ritardo su "La casa del vento" di cui non sentiamo neanche
un accordo portato dal... vento. Caspita, tocca ripetermi ma
l'immagine poetica è questa!
Suonano poi la Bandabardò, con l'intervento di Max
Gazzè e Paola Turci, i Modena City Ramblers, i
Folkabbestia, un gruppo francese e un gruppo d'anarchici
italiani.
I concerti sono, per quanto riguarda la parte sonora, del
tutto simili a quelli normali di questi gruppi. Cambia solo il
livello emotivo, perché è la conclusione d'una tre
giorni bella-importante-divertente-seria alla millesima potenza
e perché tra i molti ragazzi ci sono ragazzi un po'
più cresciuti che non hanno però perso,
giustamente, la voglia di far festa e divertirsi con della
buona musica.
Tra un gruppo e l'altro, interventi più o meno
divertenti di David Riondino e messaggi per la folla: "i treni
speciali per Bologna partono alle 19.43, Genova 20.13, Milano
20.22..." Si alza una voce dal pubblico "E per Brozzi?"
Riondino è di qui e risponde: "A Brozzi ci vai a piedi!" E
il pubblico esulta, quasi come ai tempi di Bati e
Rui...Cecchi-Gori pezzo-di-merda!
Bellissimi anche alcuni messaggi per gente che s'è persa "Mimmo lo aspetta la mamma alla sinistra del palco; Giovanni a destra, Piero a sinistra allo striscione Fiat in lotta; Ugo ha perso la ragazza e la aspetta alla destra del palco (Ugo! Sei stato lasciato!); il piccolo Marco è atteso sotto la curva dalla mamma (esultando alla bandierina); Tommaso è atteso sotto la curva Maratona (Non esiste!!!)..." Si apre quindi il dibattito fra quale sia la destra del palco e quale la sinistra, ma poco ci importa perché ci siamo ritrovati tutti miracolosamente intorno agli zaini della Grande Famiglia.
Finito il concerto la gente se ne va. È presto, le
23.30 circa ma sembra che siano le 6 di mattina dopo una lunga
nottata. E non è un male. Si resta un po', io Marta Teo
Katia Susana Alessandro Raffaele, intorno a quegli zaini
intraprendendo conversazioni non serie ma che non ricordo.
Soprattutto si mangia. Dovete sapere che Teo è a Torino
per studiare "ingegneria dell'autoveicolo" ma in realtà
e diventato più una massaia che un ingegnere: panini per
tutti con prosciutto o salame e una foglia d'insalata per
rinfrescare la bocca, acqua, frutta (oddio, le banane erano
bruttine...) e dulcis in fundo (il dolce in fondo) cioccolatini
e biscottini. La Katia vorrebbe anche un caffeino e zac! eccoti
i pocketcoffee! Un mago. Peccato che non avesse avuto il
grappino per me... Dopo aver bivaccato si decide di tornare
verso casa, perché siamo tutti un po' cotti dopo la
lunga giornata. Si cammina, con un passo che più
flemmatico non potrebbe essere, verso la stazione di Campo di
Marte con la speranza di trovare un'ultima navetta verso Santa Maria Novella.
L'eroico cronista stoico sarebbe anche andato a piedi, ma come
fai a rifiutare un passaggio gratis dalle FS? E così il
numero di viaggi scroccati da me alle FS sale a due, anche se
non c'è proprio paragone con l'Arezzo - Firenze in
Eurostar...
In sette a SMN è possibile perdersi? No, però
a noi piacciono le sfide e ci proviamo. Quasi quasi ci riesce.
Un quarto d'ora, dai siamo seri e ammettiamo la
stanchezza, mezz'ora di cammino dopo si arriva a casa. "Piano!
Mi svegliate il condominio!" Tutti fanno piano, tranne le due
ragazze con due tra le tre risate più potenti al mondo -
l'altra non può non intervenire telefonicamente sul
rumorosissimo cellulare della Katia - e hai voglia te ricordare
che il condominio, ma soprattutto il babbo di là, dorme!
Chi non dorme, ovviamente, è la mamma che ha preparato
una stiacciaa nonostante segua una folle ricetta. Da bravi
campanilisti si tira fuori il vinsanto...ma anche il Porto che
è comunque buono!
Tra puttanate varie, bevute, risate la notte passa veloce
finché non si scoprono tre cose: la Susana non sa lo
spagnolo, Alessandro non deve andare a Bologna per non essere
fucilato da una tizia, Farcione è brutto-briaco-sudicio.
Ad un certo punto Raffaele crolla e si butta sul divano.
Peccato che sarebbe un divano letto!
Dopo un po' Morfeo convince tutti che è l'ora giusta,
le 3 (ma non s'era stanchi all'undici?), per finire tra le sue
braccia. Le tre fanciulle si rintanano da Marta, Raffaele deve
essere svegliato per aprire il divano (tra l'altro si sveglia
dicendogli che il treno sta per partire e se s'era più
bastardi si mandava fuori al buio...) e poi tutti a nanna. La
mattina dopo, sveglia all'ora di pranzo, saluti alla stazione e
a studiare scienze per una interrogazione falsata (o sono state
falsate altre 18 interrogazioni?) ma anche questa è
un'altra storia.