Il mondo da dietro un bancone

Una canzone dei Pearl Jam

"Elderly woman behind the counter in a small town" è una ballata acustica che appare per la prima volta nel secondo album dei Pearl Jam, Vs. In un album dove tutte le altre canzoni hanno il titolo di una sola parola, questa è chiaramente una canzone particolare...

Elderly woman behind the counter in a small town

Un'anziana signora ha un negozio in una piccola città di provincia dove non succede mai niente. Un giorno nel negozio entra un uomo, il suo viso le ricorda qualcuno ma non riesce a ricordare il nome.
Nella seconda strofa la donna pian piano capisce (memories like fingerprints are slowly raising): lo aveva conosciuto da giovane, probabilmente era innamorata di lui, ma lui non la riconoscerà... lei è cambiata (senza mai cambiare, nella routine della provincia), sono passati troppi anni. Vorrebbe gridare, farsi riconoscere, ma il mio sospetto, anche se la canzone non lo dice esplicitamente, è che le mancherà il coraggio, e che lo lascerà andare senza dirgli niente.


ELDERLY WOMAN BEHIND THE COUNTER IN A SMALL TOWN


I seem to recognize your face
haunting, familiar, yet I can't seem to place it
cannot find the candle of thought to light your name
lifetimes are catching up with me
all these changes taking place, I wish I'd seen the place
but no one's ever taken me
hearts and thoughts they fade, fade away...
hearts and thoughts they fade, fade away...

I swear I recognize your breath
memories like fingerprints are slowly raising
me you wouldn't recall, for I'm not my former
it's hard when you're stuck upon the shelf
I changed by not changing at all,
small town predicts my fate
perhaps that's what no one wants to see

I just want to scream...hello...
my god it's been so long, never dreamed you'd return
but now here you are, and here I am

hearts and thoughts they fade...away...
hearts and thoughts they fade, fade away...
hearts and thoughts they fade, fade away...
hearts and thoughts they fade...

UNA VECCHIA DONNA DIETRO UN BANCONE IN UNA PICCOLA CITTÀ

Mi pare di riconoscere il tuo volto
Incancellabile, familiare, ma non riesco a collocarlo
Non riesco a trovare la candela del pensiero per illuminare il tuo nome
I ricordi mi sopraggiungono
Tutti questi cambiamenti che sono avvenuti, vorrei aver visto il posto
ma nessuno mi ci ha mai portato
Sentimenti e pensieri svaniscono, svaniscono nel nulla...
svaniscono nel nulla...

Giuro che riconosco il tuo respiro
I ricordi, come impronte digitali, si sollevano piano
Non ti ricorderai di me, perché non sono più come prima
è dura quando vieni messa su una mensola
     (forse è fig. "quando rimani zitella")
Sono cambiata non cambiando affatto
La piccola città predice il mio destino
Forse è proprio quello che nessuno vorrebbe vedere...

Voglio solo urlare... "Ciao...
mio dio, è passato tanto tempo, non avrei mai sognato che tu saresti tornato
ma ora eccoti qui, ed eccomi qui..."

Sentimenti e pensieri svaniscono... svaniscono nel nulla...
Sentimenti e pensieri svaniscono... svaniscono nel nulla
Sentimenti e pensieri svaniscono...

Un piccolo autogrill

Con un'associazione abbastanza strana, che potrà scandalizzare i fan di uno o degli altri, questa canzone dei Pearl Jam mi ricorda una famosa canzone di Guccini.
Anche qui abbiamo una donna dietro un banco, di un autogrill, il posto più anonimo che si possa immaginare. Stavolta lei è giovane, ma la malinconia del posto è la stessa. Il protagonista (è una delle poche canzoni di Guccini dove "io" non vuol dire "io, Francesco Guccini") sta quasi per parlare alla ragazza (Ma nel gioco avrei dovuto dirle "Senti, senti.... io ti vorrei parlare....") ma poi la magia di quell'istante viene spezzata (termina in un cigolio il disco d'atmosfera, entra una coppia e loro non sono più soli) e tutto torna alla normalità.... la timidezza prevale e lui se ne va.
In "Autogrill" viene detto esplicitamente quello che in "Elderly Woman..." viene lasciato all'immaginazione. Né la vecchia donna nel negozio, né l'uomo che entra nell'autogrill riusciranno a parlare e anche il cliente nella piccola città di provincia uscirà dal negozio, dopo aver pagato, senza sospettare niente.

AUTOGRILL

La ragazza dietro al banco mescolava
birra chiara e Seven-up,
e il sorriso da fossette e denti
era da pubblicità,
come i visi alle pareti
di quel piccolo autogrill,
mentre i sogni miei segreti
li rombavano via i TIR.

Bella, d'una sua bellezza acerba,
bionda senza averne l'aria,
quasi triste, come i fiori e l'erba
di scarpata ferroviaria
il silenzio era scalfito
solo dalle mie chimere,
che tracciavo con un dito
dentro ai cerchi del bicchiere.

Basso il sole all'orizzonte
colorava la vetrina
e stampava lampi e impronte
sulla pompa da benzina
lei specchiò alla soda-fountain
quel suo viso da bambina
ed io
sentivo un'infelicità vicina.

Vergognandomi, ma solo un poco appena,
misi un disco nel juke-box
per sentirmi quasi in una scena
di un film vecchio della Fox,
ma per non gettarle in faccia
qualche inutile cliché
picchiettavo un indù in latta
di una scatola di the.

Ma nel gioco avrei dovuto dirle: "Senti,
senti io ti vorrei parlare...",
poi prendendo la sua mano sopra al banco:
"Non so come cominciare,
non la vedi, non la tocchi
oggi la malinconia,
non lasciamo che trabocchi:
vieni, andiamo, andiamo via."

Terminò in un cigolio
il mio disco d'atmosfera,
si sentì uno sgocciolio
in quell'aria al neon e pesa,
sovrastò l'acciottolio
quella mia frase sospesa,
ed io...
ma poi arrivò una coppia di sorpresa.

E in un attimo, ma come accade spesso,
cambiò il volto d'ogni cosa,
cancellarono di colpo ogni riflesso
le tendine in nylon rosa,
mi chiamò la strada bianca,
"Quant'è?" chiesi, e la pagai,
le lasciai un nickel di mancia,
presi il resto e me ne andai.





L'autostrada di Daniele Silvestri

Solo apparentemente è il contrario di Autogrill... se molte canzoni parlano del viaggio, questa canzone parla dell'immobilità, della provincia e mi sembra che stia bene insieme alle altre due.

L'autostrada

La casa era giusto al confine tra il vento e la sete
un posto abitato da fate
e da poche altre forme di vita ugualmente concrete
vicino all'incrocio di un paio di strade sterrate
che senza motivo apparente si incontrano
e poi, disperate, ripartono
tristi, così come sono arrivate.
Comunque a qualcuno una volta saranno piaciute
se poi sono state abitate
qualcuno che fermo all'incrocio pensò:
"aspettiamo che arrivi l'estate"
L'estate da noi non è mica un periodo felice
che il caldo ti toglie la pace
la polvere copre ogni cosa
e ti spezza la voce, l'odore di verze marcite
la gente che passa ci guarda e prosegue veloce
ci osserva e prosegue veloce
magari saluta, ma sempre prosegue veloce

Se almeno si vedesse l'autostrada
ci porterebbe senz'altro a una città
oppure proseguire ovunque vada
meglio
meglio che qua

La chiesa era uguale alle case, ma aveva una croce
e forse un po' più di vernice
ed un'unica luce fornita da fiaccole appese
imbevute di pece
fu lì che la vidi, a braccetto col prete
era il cinque di aprile
e tirava una brezza che dava un colore alla quiete
e profumo di pane alle olive
lei pure mi vide
e forse sorrise
non sono sicuro, ma forse davvero sorrise
perché all'improvviso fu molto più forte
l'odore del pane alle olive
la gente che passa ci guarda e prosegue veloce
ci osserva e prosegue veloce
magari sorride, ma sempre prosegue veloce

Se almeno si vedesse l'autostrada
ci porterebbe senz'altro a una città
oppure proseguire ovunque vada
meglio
meglio che qua

A volte succede qualcosa di dolce e fatale
come svegliarsi e trovare la neve
o come quel giorno che lei mi sorrise
ma senza voltarsi e fuggire
vederla venirmi vicino fu quasi morire
trovare per caso il destino
e non sapere che dire
ma invece fu lei a parlare
"mi piace guardare la faccia nascosta del sole
vedere che in fondo si muove
dormire distesa su un letto di viole", mi disse,
"e a te cosa piace?"
"mi piace sentire la forza di un'ala che si apre
volare lontano
sentirmi rapace, capace di dirti ti amo
aspettiamola insieme l'estate"

E intanto volevo sparire
pensando alle cose che avevo da offrire
l'incrocio
la casa
la chiesa
la croce
l'incrocio-la casa-la chiesa-la croce
ed in più lo spettacolo atroce di tutta...
la gente che passa ci guarda e prosegue veloce
ci osserva e prosegue veloce
magari sorride, ma sempre prosegue veloce
la gente che passa ci guarda e prosegue veloce
ci osserva e prosegue veloce
magari saluta, ma sempre prosegue veloce
la gente
che passa
ci guarda
ci osserva
e prosegue veloce
Daniele Silvestri

Daniele Silvestri

Links

Torna all'home page dei percorsi incrociati