In mattinata, si prende l'unico treno decente che c'� in tutta la Spagna (un superveloce, completo di quasi tutto, radio, cuffiette, televisore, tavolino, riviste, caramelline con sonnifero... mancante dei soliti poggiatesta... e delle rotaie d'oro, carissimo tanto da farci perdere un occhio della testa) che ci traina verso l'Andalusia, e verso le 10-10.30 ecco...
Eccezionale l'impatto col capoluogo andaluso. Una citt� bellissima. Piena di verde, piena di
colori, piena di vita,
piena d'allegria... insomma. Nella sua strutturazione, l'influenza delle precedenti invasioni arabe
� evidente,
rendendo la citt� ancora pi� bella gi� al primo impatto. |
Cos'� un albero. Il dizionario del Devoto direbbe cos�: "elemento vivente, facente parte di uno dei
tre regni cui
solitamente si usa classificare la natura, il regno vegetale. Composto da un alto fusto denominato
tronco e terminante
in..." va beh insomma s'� capito. Direbbe pi� o meno cos�. Ma a parte la semantica che i linguisti
gli darebbero, cos'�
effettivamente un albero. Beh... � un qualcosa di bello da vedere, questo � certo. Un albero... con
il suo modo di esporsi
ai nostri occhi... con il suo modo sublime di farsi ammirare da noi comuni esseri umani; con il suo
orgoglio di essere
fonte di vita, generatore di moti dell'animo, lui che con il verde delle sue foglie e l'intreccio
dei suoi rami occupa lo
spazio in un modo a dir poco maestoso, come solo un albero riesce a fare...
E cosa procura in noi... piccole anime sbarazzine... un albero. Ci procura senza dubbio la voglia
di ammirarlo, di
fotografarlo, di riprodurlo su tela come alcuni tra i pi� grandi pittori hanno fatto; e ci procura
senza dubbio, quando lo
vediamo impetuoso lanciarsi con i suoi rami nel cielo, quando lo vediamo ricco d'appigli e ricco
d'intrecci, quando lo
vediamo cos� propenso a farci sentire parte integrante di se stesso, ci procura la voglia, quella
voglia in fondo cos�
infantile ma in fondo cos� matura di arrampicarci sopra di lui e farsi accogliere sui suoi rami e
diventarne parte
integrante. Ed � proprio questo quello che il nostro grupppo d'eroi fa.
Avvistato dalla distanza questo immenso e meraviglioso ippocastano, composto da rigirii di rami in
tutta la sua misura,
immediata � la voglia che ci trascina su di lui, immediata � la voglia di sentirci per un giorno
grandi scalatori e non
semplici turisti.
E cos� fu... ad uno ad uno, prendiamo a raggiungere le sue parti pi� alte e a sentirci per una
volta pi� grandi e potenti
di lui. Tutti quanti sopra, tranne il solo Karlo, sotto a scattare una foto, unica prova della
nostra impresa. E' stato un
momento davvero molto bello della nostra permanenza a Siviglia.
Ed � con enorme dispiacere che cominciammo a scendere. Scende prima lo Zibe, mostrando cos� come
era solito, un discreto
tono atletico, scende poi il Pando, mostrando tutta la sua esperienza di scout, vero maestro del
vivere a contatto con la
flora e la fauna.
Scende poi il Maso... cadendo dall'albero e battendo una craniata che solo il miglior Banfi riesce
ad emulare nei suoi
film. E cos� con Karlo sottobraccio ci apprestiamo belli e tranquilli a riprendere il nostro
cammino per le strade
riverenti d'una riverente Siviglia.
Ma... un momento... "un momento, un momento" ma siamo solo in quattro e a Siviglia siamo arrivati
in cinque.
Eh s�... perch� se su un albero si vuole salire bisogna ricordarsi che dopo... bisogna scendere!!!
Ed � quello che la
Chiara l� per l� si � dimenticata.
Urla lancinanti c'hanno fatto capire che da quell'albero... lei... come scendere... non lo sapeva
proprio. Dal basso
sembrava una cosa, ma dall'alto sembrava tutta un'altra cosa. E la paura... in questi casi... fa
novanta. Abbiamo apettato
cinque minuti... no, il Maso qui accanto mi dice dieci, no Karlo qua dietro mi replica un quarto
d'ora... un quarto d'ora
ad aspettarla l� in basso, che si decidesse a ritornare con i piedi per terra. Ma purtroppo era
terrorizzata, e per terra
da sola, non c'� mai tornata.
E' dovuto salire lo Zibe di nuovo per aiutarla pian pianino a mettere i piedi su un ramo sempre pi�
basso.
E dopo mezz'ora la nostra magica bimba era finalmente di nuovo tra le nostre braccia, con una
maglietta che da giallo
canarino, aveva assunto una meravigliosa tinta nero polvered'albero, con un delizioso pantaloncino
bordeaux, che da
bordeaux era diventato d'un blu notte profonda, con i teneri calzini bianchi, che erano diventati
calzettoni ufficiali
dell'A.S. Udinese... ma era... di nuovo.... tra le nostre braccia. E stavolta davvero... tutti e
cinque, riprendiamo il
cammino per la terra andalusa.
Mi viene in mente anche un'altra divertente "chiarescata". Fu quado, dopo la visita all'Alcazar,
il caldo torrido
stava ormai diventando sempre pi� minaccioso e la grande umidit�, un'incognita tra il vivere e il
perire. Durante una
delle tante camminate, che c'avrebbe portato verso monumenti ancora non visti della splendida citt�
sulle rive del Rio
Guadalquivir, si giunge in una splendida rotonda, con al centro una piazzetta composta da alberelli
sempreverdi e
rigogliosi cespugli in fiore e nel mezzo una meravigliosa fontana di dimensioni massicce con gli
spruzzi che giungevano
sia dal suo centro, sia da tutt'intorno, intermezzati da spazi dove la gente avrebbe potuto
immergere le mani per bagnarsi
un po' la pelle e cercarvi cos� ristoro.
Fu alla vista di questa splendida oasi costruita dall'uomo che tutti ci fermammo entusiasti.
Ricordo con quali parole
d'elogio mi rivolsi verso Karlo, indicandogli i punti della piazza che pi� m'entusiasmavano. Anche
il Maso e il Pando erano
d'accordo con me. E quando, tutti insieme, ci voltiamo per rivolgere un'ulteriore occhiata allo
splendore che l'uomo aveva
saputo far vivere.... ecco che vediamo la Chiara, immersa completamente fino al collo, ma non
partendo dai piedi, partendo
dalla cima dei capelli, farsi... praticamente lo shampoo dentro la fontana. A quel punto, la gente
cap� immediatamente che
eravamo italiani. Anche un piccione ad un certo punto s'� posato per ammirare la pi� bella Venere,
che dai tempi del
Botticelli non si vedeva pi�, immergersi e mescolarsi sublimamente al colore, all'essenza, alla
trasparenza, che �
l'acqua. Uno spettacolo eccezionale, soprattutto quando sulla maglietta numerosi spruzzi si
posavano lieti e sulle gambe
lucide e bellissime, le gocce cadevano come rugiada al mattino. Ohhh.... oddio che colpo al
cuore... che lacrimoni... che
pena, abbiamo provato, quando la nostra bimba, ha finito d'immergersi... completamente in quella
che era la fontana della
piazza centrale di Siviglia. Che dolore incredibile. Tuttora al solo pensiero, provo un senso di
malessere, e un forte
senso... fatemelo ridire... di dolore. [OH... NON MI VIENE IN MENTE NESSUN ALTRA PAROLA].
La giornata, scorre comunque limpida e tranquilla, caratterizzata fra le altre cose da un eccezionale Pando al rimorchio e dalla conoscenza con un folto gruppetto di italiani, fra cui tre ragazzi di Cerbaia, uno di Lecco, una ragazza di Varese e due sorelle aretine con cui tutti insieme, usciamo in serata, intrattenendo piacevoli conversazioni sul pi� e il meno. Il Masetti, anche stasera � in STATUCCIO, ma quello ormai fa parte dell'essenza di questo inter-rail.
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