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Zombie

Fela Kuti
Lingua: Inglese (Nigerian Pidgin)


Fela Kuti

Lista delle versioni e commenti


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(William Onyeabor)
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(Angélique Kidjo)


Zombie è il poliziotto o il soldato, colui che risponde agli ordini come un automa. E come un robot "go and quench" (che significa spaccare tutto), "go and kill", "go and die"...
E' il brano che apre e che dà il titolo all'album del 1977.

Fela Kuti.
Fela Kuti.
Zombie-o, zombie
[Chorus] ZOMBIE-O, ZOMBIE

Zombie no go go, unless you tell am to go
[Chorus] ZOMBIE
Zombie no go stop, unless you tell am to stop
Zombie no go turn, unless you tell am to turn
Zombie no go think, unless you tell am to think

Zombie-o, zombie
[Chorus] ZOMBIE-O, ZOMBIE

Tell am to go straight-- Joro, Jara, Joro
No break, no job, no sense-- Joro, Jara, Joro
Tell am to go kill-- Joro, Jara, Joro
No break, no job, no sense-- Joro, Jara, Joro
Tell am to go quench-- Joro, Jara, Joro
No break, no job, no sense-- Joro, Jara, Joro

Go and kill
[Chorus] JORO, JARA, JORO
Go and die
Go and quench
Put am for reverse
Go and kill
Go and die
Go and quench

Joro, Jara, Joro- O Zombie way na one way
Joro, Jara, Joro- Ooooh

Attention
[Chorus] ZOMBIE
Quick march
Slow march
Left turn
Right turn
About turn
Double time
Sa-lute
Open your hat
Stand at ease
Fall in
Fall out
Fall down
Get ready

Ha-lt
Or-der

[Chorus] ZOMBIE
Dis-miss

inviata da Alessandro - 24/1/2007 - 08:15


Segnalo un blog che sta ultimamente sta dedicandosi a Fela Kuti. Accurate e interesanti le schede, moltissimo il materiale da scaricare, credo pressochè l'opera omnia del re dell'afro-beat. Roba ghiotta per gli amanti del genere:

http://revolucionno.wordpress.com/
http://revolucionno.wordpress.com/2007...
http://revolucionno.wordpress.com/2007...
http://revolucionno.wordpress.com/2007...

Alessandro - 16/7/2007 - 15:28


La versione della Piccola Orchestra di Torpignattara
da E so' due (2014)
so 2

Zombie

Dq82 - 13/3/2020 - 17:17


“Nightmare in Nigeria” secondo l’agenzia Reuters
Gianni Sartori

Dal 2013 sarebbero almeno diecimila, stando al recente reportage (basato su interviste e testimonianze) dell’agenzia londinese Reuters, le donne nigeriane ex prigioniere di Boko Haram (in gran parte minorenni, adolescenti) costrette ad abortire (con iniezioni o pillole abortive) dopo essere riuscite a fuggire o essere state liberate dai militari. Quelle che si rifiutavano sarebbero state minacciate e picchiate. In qualche caso anche drogate o legate. Si tratterebbe quindi, almeno nella maggioranza dei casi, di aborti effettuati senza il consenso della donna, talvolta spacciando pillole e iniezioni somministrate come farmaci per curare presunte malattie.

I responsabili avrebbero dichiarato di aver agito sia “per disinfettare la società”, sia “per il loro bene, per evitare problemi al rientro nella comunità”. Dove sarebbero a rischio di emarginazione in quanto “contaminate”. Questo almeno è quanto emerge dalle 33 interviste a donne costrette ad abortire e ad alcuni operatori sanitari. In aggiunta - e a conferma - anche le dichiarazioni di soldati e funzionari governativi. Si tratterebbe di un programma segreto per estirpare i “figli di Boko Haram” considerati (non si comprende in base a quale ragionamento) una possibile futura minaccia. Come se ancora nel grembo materno maturassero progetti terroristici, predestinati a seguire le orme dei padri jihadisti.

Il programma - segreto - di aborti forzati, secondo la Reuters, sarebbe stato avviato già durante la presidenza di Goodluck Jonathan (2010-2015), proseguendo poi con Muhammadu Buhari. Soprattutto negli stati del nord-est (Yobe, Borno e Adamawa).
Immediata la smentita da parte del governo, secondo cui “non esiste un programma di aborto segreto, sistematico e illegale gestito dai nostri militari nel nord-est o in qualsiasi parte del paese”.

Stessi tono indignati da parte dei militari che hanno definito il rapporto della Reuters “un insulto ai popoli e alla cultura nigeriani”. Ormai da oltre un decennio le popolazioni del nord-est del paese sono doppiamente vittime (e le donne in particolare) del conflitto tra esercito governativo e jihadisti. Secondo fonti onusiane i caduti civili sarebbero oltre 300mila. Morti ammazzati o per la fame, le malattie, i disagi causati da una crisi umanitaria senza pari.

Paradossalmente, in Nigeria l’aborto è in genere condannato (sia nel sud a maggioranza cristiana che nel nord a maggioranza musulmana) e comunque illegale (con condanne fino a 14 anni).
Quanto all’aborto forzato, qualora provochi la morte della donna, viene punito con l’ergastolo. Ma tutto questo non sarebbe bastato a impedire l’incubo, l’orrore denunciato dall’agenzia Reuters.

Gianni Sartori

Gianni Sartori - 15/12/2022 - 11:29


MENTRE IN NIGERIA SI AVVICINA LA SCADENZA DELLE PRESIDENZIALI, L’AVIAZIONE BOMBARDA LA POPOLAZIONE



Gianni Sartori



Sette anni vissuti pericolosamente quelli trascorsi dal paese più popolato d’Africa, la Nigeria, durante la presidenza di Muhammadu Buhari.

Tra la sempre maggiore insicurezza quotidiana, la crisi economica e il malcontento diffuso.
Tra la crescita dell’inflazione e una serie di attacchi (sia da parte di gruppi jihadisti che delle numerose bande criminali, talvolta anche da parte di esercito e aviazione) che hanno provocato la morte prematura di un gran numero di civili.
Anni duri e tristi insomma, tanto che perfino la moglie del presidente uscente, Aisha Buhari, ha presentato pubbliche scuse alla popolazione. 
Forse non casualmente visto che tra meno di un mese (il 25 febbraio, salvo imprevisti) ci saranno le elezioni presidenziali. Con la possibilità di un eventuale secondo turno entro un mese.

Contemporaneamente verranno eletti anche i rappresentati al Parlamento (109 senatori e 36o membri della Camera dei Rappresentanti).

Per l’11 marzo invece sono previste le elezioni dei governatori di 28 dei 36 Stati della Nigeria.

Per le presidenziali si presentano 18 candidati, ma stando ai sondaggi le reali possibilità di vincere riguardano soltanto tre di loro.

Il settantenne Pola Ahmed Tinubu del partito All Progressives Congress (APC, attualmente al potere), Atiku Abubakar (76 anni), esponente del Partito democratico popolare (PDP) ormai alla sua sesta campagna elettorale per le presidenziali e il sessantenne uomo d’affari Peter Obi (ex esponente del PDP ed ex governatore dello Stato di Anambra) che si presenta per il partito laburista.
Soprattutto sui primi due candidati, M. Atiku e M. Tinubu, pesano fondate accuse di corruzione.
Fondamentale per ogni candidato dare garanzie in materia di sicurezza, soprattutto nelle regioni del Nord. Due episodi in particolare alla fine dell’anno scorso (l’assalto armato a una chiesa cattolica a Owo e quello contro un treno costato la vita a decine di passeggeri, senza contare quelli rapiti) avevano ridestato vecchie inquietudini tra la popolazione. 
Ad alimentarle ulteriormente un recente episodio di cui si sarebbe resa responsabile l’aviazione nigeriana. Il 26 gennaio si sono contati ben 47 vittime (ma non si esclude che il numero possa aumentare, sia per la scoperta di altri cadaveri, sia per la morte di altre persone dovuta alla ferite) di un bombardamento sul villaggio di Rukubi (al confine tra gli Stati di Nazarawa e Benue). 

Si tratterebbe di pastori Fulani (la denuncia proviene da Usman Baba-Ngelzerma, segretario generale dell’Associazione degli allevatori della Nigeria) talvolta accusati di essere i maggiori responsabili dei frequenti episodi di banditismo (uccisioni, sequestri….) che avvengono nell’area. Un fatto analogo (costato la vita di oltre sessanta civili) era avvenuto nel novembre 2022 nello stato di Zamfara.
Sia il Governatore di Nasarawa che il portavoce della polizia hanno dichiarato che “un’inchiesta è già stata avviata per identificare i colpevoli”. Belle intenzioni che però cozzano con il fatto che nessun responsabile della decina di attacchi simili condotti dai militari negli ultimi cinque anni, è mai stato incriminato, tantomeno condannato.

Tuttavia, ben sapendo come l’aviazione nigeriana venga ripetutamente posta sotto osservazione per la mancanza di precisione, è probabile che la strage non sia stata intenzionale, ma appunto frutto "solo" di scarsa professionalità (e scusate se è poco).



Gianni Sartori

Gianni Sartori - 27/1/2023 - 19:04




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